RETROPHUTURE | DREAMS In the Realm of Penumbrae

RETROPHUTURE | Fabrizio Passarella

DREAMS In the Realm of Penumbrae

Installazione video / Disegni / Opere digitali | 2022/25

1 / 2 / 3 / 4 / 5 ottobre 2025 ore 17 > 21 | Info 348 9870574

Mercoledì 1 ottobre ore 18 presentazione del volume DREAMS

 Sabato 4 ottobre Giornata del Contemporaneo

Chi va là? Ah benissimo, fate entrare l’infinito. Louis Aragon

Fabrizio Passarella | Retrophuture … Questo evento non è stato concepito come una mostra, bensì come un progetto articolato, una grande installazione composta da una maxiproiezione video/sonora nella prima grande sala della galleria, una serie di disegni e opere digitali (stampe su plexiglas e lightbox) nella seconda sala e un libro di immagini e testi poetici. Assieme alla responsabile della Galleria, Patrizia Raimondi, si è concordato di esporlo per un periodo limitato per sottolinearne la caratteristica straordinaria, simile a un sogno, che non si può ripetere o prolungare. Da tempo vado infatti riflettendo su un’arte che sia più evanescente, più maneggevole, meno aggressiva; che richieda meno spazio fisico e più meditazione. Un’arte che riproduca da vicino i meccanismi mentali e percettivi. Che possa essere proiettata, trasformando lo spazio, creando un breve momento magico per poi svanire.

Il progetto è la distillazione di oltre due anni di lavoro. È iniziato, infatti, quasi per caso, nell’autunno  2022, usando una bella foto di un angelo neoclassico scattata a Capodimonte per realizzare un’opera digitale. Sorprendentemente, il mondo della metafisica e del surrealismo è riaffiorato inconsciamente e in maniera junghiana,  attraverso una specie di automatismo visivo in cui convenivano spunti poetici, spezzoni di sogni, visioni ipnagogiche, ricordi e immaginario retrofuturista, reperiti con una meticolosa e quasi medianica ricerca iconografica prima e poi con l’uso delle AI visive. Il carattere onirico delle composizioni – e la geniale scritta su un edificio della “città metafisica” di Tresigallo – hanno a loro volta suggerito il titolo generale e quelli delle singole opere. È stato come tornare alla primitiva purezza del simbolo (non necessariamente da interpretare), che si rifletteva nella chiarezza di linee delle bellissime architetture razionaliste, che avevano ispirato ed erano state ispirate dalla pittura metafisica e dalla Neue Sachlichkeit. Un’uscita dal delirante ingorgo semiologico e semantico di indicazioni, slogan, false piste, ossimori orwelliani, sfacciate aggressioni visive in cui siamo sommersi. Soprattutto in un momento in cui il vecchio Titanic europeo, in piena decadenza, sembra essere sull’orlo del suo terzo (e probabilmente definitivo) suicidio nel giro di un secolo.

Questa serie di lavori riflette infatti sia la dolcezza nostalgica di un futuro mai veramente compiuto che la struggente malinconia per il naufragio di un continente che sembra, da sempre, destinato a raggiungere vette vertiginose di bellezza e raffinatezza per poi divorare ciclicamente se stesso. Il tutto trasportato in un’atmosfera di penombra e di infinite fughe prospettiche, dove i personaggi mitologici vestono lamè e frac viennesi, danzando valzer fra e con giganteschi centrotavola in porcellana mitteleuropea. L’idea era di realizzare immagini che avessero come riferimento principale la poesia, soprattutto quella parasurrealista di Yvan Goll e Paul Celan, probabilmente i due più grandi poeti dell’ultimo secolo. È stato sorprendente ed affascinante vedere riemergere il Mito e le divinità classiche in maniera inattesa ma inconfondibile, quasi che l’anima collettiva d’Europa si esprimesse una specie di écriture automatique elettronica, a confermare la tesi hillmaniana secondo cui gli dèi si sono nascosti nelle pieghe del mondo moderno, o, come ben aveva compreso Gustav Jung, parafrasando l’oracolo di Delfi: CHE LO SI INVOCHI O NO IL DIO È COMUNQUE PRESENTE.

IL VIDEO

Una quindicina d’anni fa ho abbandonato definitivamente la pittura e mi sono dedicato al video e al suono elettronico, che richiedono solo un laptop e una piccola tastiera, mantenendo comunque la manualità del disegno su piccoli quaderni che si possono riempire di segni e progetti e – come un laptop – portare facilmente dovunque, come si vede dall’installazione di disegni ispirati dalle opere digitali. Dalla serie di 14 composizioni digitali ho ricavato successivamente le clips del video, pensato come una successione di quadri animati su palcoscenici metafisici, su cui si dispongono personaggi, simboli, architetture oniriche ed elementi accostati secondo lo slogan Lautréamontiano: come l’incontro fortuito, su un tavolo operatorio, di una macchina da cucire e un ombrello. Sebbene abbia usato anche le AI con parsimonia per animare alcune figure ed elementi, dato che detesto l’aspetto volgarmente oleografico e cinematico dei video generati interamente dall’intelligenza artificiale, ho mantenuto le caratteristiche artigianali e un po’ naif dell’animazione in parallasse poiché i risultati sono senza dubbio molto più poetici, seppur esasperatamente laboriosi. Un poco come un’artigianalità alla Méliès in versione digitale. La soundtrack, realizzata con sintetizzatori e software DAW, amplifica il senso di spaesamento e malinconia, attraverso tappeti sonori stranianti e tocchi di piano filtrato e riverberato. Ho sempre trovato affascinante come “costruire” musica elettronica assomigli moltissimo al processo di realizzazione di video e immagini digitali. Per cui suoni e immagini si integrano perfettamente e permettono di avere il controllo totale sulla realizzazione dell’opera.

IL LIBRO

Volume di 64 pagine, cm.25 x 17.5, contenente 14 immagini (opere digitali e disegni) e altrettanti testi poetici in italiano e inglese (uno dei quali è stato usato all’inizio del video), frutto di una pionieristica collaborazione con l’AI.

RETROPHUTURE (Fabrizio Passarella)

Nato a Contarina (Ro) nel 1952, ha studiato al Liceo Artistico e Pittura all’Accademia di Belle Arti (Bologna). Ha iniziato ad esplorare video, digital painting e musica elettronica sin dai primi anni ‘80 attraverso installazioni/eventi multimediali che integravano musica, interventi pittorici, performance e primitivi video elettronici. In quel periodo ha realizzato numerose installazioni/performance (fra le quali Il mattino dei maghi, Festival di Sant’Arcangelo; Studio Marconi, Milano – con Nanda Vigo e GMM, GAM Bologna). È stato uno degli artisti della prim’ora del Medialismo/Pittura Mediale, movimento organizzato dal critico e teorico Gabriele Perretta, che ha dato il via alla nuova figurazione e al neoconcettuale, anche digitale, dagli anni novanta a oggi. Negli anni, come pittore e artista polimediale è stato invitato a numerose mostre in gallerie, fondazioni e musei da curatori nazionali e internazionali e in grandi retrospettive sulla pittura italiana del XX° secolo.  Nel 2010 abbandonata definitivamente la lunga stagione pittorica e avvia il progetto poli-mediale RETROPHUTURE – Neurotronik TV. Il progetto è stato presentato per la prima volta nel 2011 nella mostra personale Untergang a The Gallery Apart, Roma. Da allora è stato invitato a importanti manifestazioni come Art First (videoinstallazione Jeratica, Palazzo Re Enzo, Bologna 2010), “In what we trust” (Art Miami Pavilion, 2010), roBOt Festival (video Sipping Soma, Bologna 2013), Santorini Biennale 2014 (vincitore 3° premio), 4 Bienal del Fin del Mundo (varie sedi museali Argentina, Cile 2014/15), “Meta-Cinema – Festival non competitivo delle audiovisioni ibridanti – first/second edition” (Accademia di Belle Arti, Bologna 2015/16), Il Giardino Rabescato (installazione, videomapping, performance live, Museo medievale Bologna 2016), Bienal de Curitiba (Brasile, 2017), MIBart Festival (Milano 2017), Ibrida Festival (Forlì 2017), “Video #01,#02, indagine sulla videoarte” (L’Ariete artecontemporanea Bologna 2017/18), “Videoinsight© Collection”, (Polo Museale, Palermo 2017), Destiny, video  (L’Ariete artecontemporanea, Bologna 2018), “Revolutions”  (Castel Sismondo, Rimini), Underwater Suite, Video + live show (Grossmünster, Zürich 2018), Heroes of Vision – Mitropa Café | Video works 2008/19, maxi installazione immersiva/videomapping (Art First, Spazio Orea Malià, Bologna 2019), Sacred Dreams, videomapping (Castello di Odawara – Giappone 2019), Angelus Solus, videomapping (ACSEE Festival, Castello di Datong – Cina 2020), Abschiedselegien (Wunder und Wunden), “Festival Visioni Urbane” (Museo Spazio Pubblico 2021). Nel 2017 alla sua opera Il Giardino Rabescato – The Arabesque-adorned Garden (video e libro, firmati per la prima volta come Azuz Baba), è stato assegnato il Premio Videoinsight© durante Artefiera Bologna. Successivamente è stato invitato dalla stessa Fondazione Videoinsight© alla mostra “Lovebombing Gaslighting”, durante Artissima (Torino, 2022). Nel 2023 in occasione di ArtCity, la galleria L’Ariete artecontemporanea di Bologna ha presentato una sua mostra antologica dal titolo Angelus Novus con opere dagli anni ’80 ad oggi significative del suo articolato percorso artistico e concettuale attraverso pittura, scultura, lightboxes, composizioni digitali, video e musica elettronica.  Nel 2024 è stato presente con il video The Desert Knows me Well alla Prima Biennale di Durrës dedicata all’AI (Albania). Lo studioso di videoarte Piero Deggiovanni ha dedicato un capitolo al suo lavoro nell’ “Antologia critica della Videoarte italiana 2010-2020” Edizioni Kaplan Torino 2019.